Listens: 213 Downloads: 71 Styles:Disco, Italo Disco Duration: 3:52 Size: 5.3Mb Recording: 8 June 2025 Publication: 9 June 2025 5:19
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È nato tra vento e mare, con gli occhi pieni di blu. Sognava il cielo e volare, ma il mondo l’ha preso quaggiù.
Sua madre cantava al mattino, suo padre pescava lontan. Lui cresceva pian pianino, tra sabbia, silenzio e destin.
Non ha scelto la sua catena, né il nome che il tempo gli dà. Camminava nell’arena, con l’anima che gridava.
Era l’ombra dell’arena, non un re, non una pena. Nel suo cuore una stazione che partiva senza nome. È svanito come il sole tra le mani senza parole. Solo il vento mi parlava: “Era libero… e volava.”
Scriveva con dita leggere sui bordi del vecchio porton. Parole che il mare, al piacere, portava lontano, col ton.
Un cieco suonava il suo flauto nel porto al calar della sera. Nessuno parlava, ma intanto c’era pace in quell’atmosfera.
Non ha scelto di combattere, ma il tempo non chiede perché. Portava silenzio e lacrime, come fosse un vecchio caffè.
Era l’ombra dell’arena, non un fuoco, non una pena. Solo passi nella sabbia che svanivano con rabbia. E il suo nome sulla pelle come sogno di una stella. Ora il vento lo richiama: “Va’ lontano… senza trama.”
Non fu il ferro a portarlo via, né il rumore, né la bugia. Sparì con la luce del sonno, come foglia dispersa nel giorno.
In città si sussurra sottovoce, tra le pietre e i cancelli d’argento: che la sera, se ascolti la voce, cammina nel soffio del vento.
Era l’ombra dell’arena, senza guerra, senza pena. Ma il suo passo sulla terra fa tremare ancora la sera. Non cercarlo nella sabbia — è nel cielo che si cambia. È la luce che non muore, è la pace senza nome.
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